Scuola, Giuseppe Valditara: “Gli assunti sono 40.619, 2.813 in più dello scorso anno”. Ma i sindacati attaccano: “Ci saranno più di 200mila supplenti”.
Scuola. Con l’avvicinarsi dell’anno scolastico tornano i numeri ad animare il dibattito tra gli attori politici: il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, annuncia i risultati a Il Corriere della Sera: “Gli assunti sono 40.619, 2.813 in più dello scorso anno“.
“Abbiamo assegnato il 79,9% dei posti autorizzati dal Mef contro il 47,4 dello scorso anno. Restano vuoti 40.404 posti a fronte di 56.324 dell’anno scorso.
Per il sostegno la chiamata dalle graduatorie delle supplenze ha funzionato anche se restano 66 mila posti assegnati a insegnanti non di ruolo“, aggiunge.
“Abbiamo una o due settimane di anticipo nelle procedure, – prosegue il ministro dell’Istruzione – i tempi per compilare le domande sono diminuiti del 35% e gli insegnanti possono firmare i contratti anche da remoto.
Abbiamo avviato un lavoro di semplificazione e digitalizzazione. Secondo i nostri calcoli, i supplenti saranno poco più di 130 mila“.
Non si fanno attendere le risposte dei vari sindacati.
“Si può ipotizzare un quadro che non si discosta in modo significativo da quello dell’anno precedente: la percentuale di assunzioni, che l’anno scorso era stata del 43,94% rispetto alle disponibilità.
Non cresce di molto se riferita alle reali disponibilità (oltre 81.000 posti) e non soltanto al contingente di posti autorizzati (poco più di 50.000)“, ha detto Ivana Barbacci, segretaria generale della Cisl Scuola.
“Gli insegnanti sono assunti solo su una parte delle cattedre libere, con meno diritti di chi è di ruolo e costretti a rimanere supplenti per decenni in disprezzo rispetto ai 36 mesi che indica da tempo l’Ue.
Gli organici del personale sono sottodimensionati e quello aggiuntivo per i programmi del Pnrr viene finanziato solo per poche unità e 60 giorni anziché tre anni“, spiega Marcello Pacifico, presidente ANIEF.
“La campanella suonerà con oltre 200 mila supplenti.
È un danno per i precari ma soprattutto per gli alunni ai quali non viene garantita la continuità didattica“, commenta di Giuseppe D’Aprile, segretario generale della Uil Scuola Rua.
Tutte le ricerche, inclusi i report Ue, mostrano che la scuola è fondamento dello sviluppo sociale ed economico. Per questo ritengo che gli investimenti in istruzione, come quelli in innovazione e in infrastrutture, debbano essere svincolati dal Patto di stabilità. @Ambrosetti_ pic.twitter.com/jhZw5SMOUs
— Giuseppe Valditara (@G_Valditara) September 3, 2023
Articolo di Raffaele Francesco D’Antonio.
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