Fa discutere la decisione presa dalla Dirigente Scolastica di un Istituto Superiore della Calabria che, con una circolare scritta, obbliga i docenti ad accompagnare le classi in Chiesa per il precetto pasquale.
Questa decisione solleva due importanti questioni:
- 1) ottemperamento alle norme contrattuali che stabiliscono la libera scelta dei docenti di aderire o meno alle attività extracurricolari
- 2) Rispetto e sensibilità verso confessioni religiose diverse da quella cattolica.
Il primo punto è chiarito al comma 3 dell’art. 8 della Circolare Ministeriale n.291 del 14 ottobre 1992.
Il Preside, prima di procedere alle relative assegnazioni, individua i docenti in base alla loro disponibilità. Nessun regolamento prevede l’obbligo di accompagnamento in attività didattiche di alcun genere.
Il punto 2 affronta un problema più spigoloso.
La Circolare dalla Dirigente scolastica del suddetto Istituto, che non ha tenuto conto del principio di laicità della scuola, non andrebbe nemmeno presa in considerazione.
Quest’argomento esige particolare attenzione in merito all’osservanza delle leggi stabilite dallo Stato.
La ‘Gazzetta Ufficiale’ risponde in maniera inequivocabile.
Art. 311
Diritti delle altre confessioni religiose diverse dalla cattolica.
- La Repubblica Italiana, nel garantire la libertà di coscienza di tutti, riconosce agli alunni delle scuole pubbliche non universitarie, il diritto di avvalersi o non avvalersi di insegnamenti religiosi.
- Per dare reale efficacia all’attuazione del diritto di avvalersi o di non avvalersi di insegnamenti religiosi, si provvede a che l’insegnamento religioso ed ogni eventuale pratica religiosa, nelle classi in cui sono presenti alunni che hanno dichiarato di non avvalersene, non abbiano luogo nell’insegnamento di altre materie, né secondo orari che abbiano per i detti alunni effetti discriminanti.
- Per le religioni religiose diverse dalla cattolica si osservano le disposizioni della legge 24 giugno 1929, n.1159 in quanto applicabili, e quelle delle leggi emanate a seguito di intese tra lo Stato e singole religioni religiose.
Tanto di cappello allo Stato che si fa carico di tematiche così importanti, nel rispetto di tutti.
Il compito più arduo resta forse quello di far rispettare, come sempre, le leggi, al di là di ogni credenza e religione.
Articolo a cura di Flora Sannino
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