Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi si esprime contro la settimana corta a scuola per la crisi energetica.
Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi è stato intervistato da SkyTg24 su quanto sta accadendo alla scuola e di quelle che possono essere le implicazioni delle problematiche che il paese sta affrontando.
A proposito della settimana corta come soluzione alla crisi energetica, Bianchi risponde: “La settimana corta a scuola è importante se sta dentro al piano didattico e non come misura di risparmio energetico. Deve tornare centrale la funzione didattica della scuola. Non abbiamo mai parlato di settimana corta in Consiglio dei ministri. Sono contrario a dire che poiché c’è un’emergenza, la scuola deve essere la prima a pagare”.
“La scuola non si tira indietro” continua Bianchi, “ma non bisogna partire da lei. L’intero Paese deve cambiare atteggiamento. Le scuole hanno sempre fatto la loro parte, con Comuni e Province. Non ci tireremo indietro”, conclude il ministro.
“Abbiamo 650-700mila docenti di ruolo, abbiamo attivato quest’anno le supplenze annuali dal 15 agosto. Le cattedre scoperte sono quelli che rinunciano o per situazioni impreviste, come malattie. Il dato nazionale è del 5%”, spiega Bianchi.
“Abbiamo fatto – ha concluso – una quantità enorme di assunzioni, 7 concorsi in un anno e mezzo: l’anno scorso sono stati immessi in ruolo 61mila docenti, quest’anno già oltre 50mila ed altri 25mila lo saranno entro l’anno. Poi ci sono 91mila insegnanti di sostegno in deroga ed una quota a tempo determinato c’è sempre”.
Articolo di Raffaele Francesco D’Antonio
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