L’ansia da prestazione è un malessere comune nella maggior parte degli studenti: ecco dei consigli utili per affrontarla.
Tutti gli studenti ci passano o ci sono passati: dagli alunni delle elementari agli universitari.
Non tutti però sanno che riuscire ad attenuare l’ansia da prestazione in giovane età, trovando strategie per fronteggiarla, può portare benefici in diversi aspetti della vita che possono permanere fino all’età adulta.
Come si manifesta

L’ansia da prestazione si manifesta in diversi modi: dai mal di pancia ai giramenti di testa.
Nei casi più accentuati può portare i ragazzi ad isolarsi o a vivere malissimo le situazioni di socialità.
Pianti, urla, vomito, rifiuto di andare a scuola, insonnia, difficoltà a concentrarsi; spesso questo disagio viene talmente compresso da manifestarsi in tic, balbettii o scoppi improvvisi di rabbia.
In una società in cui tutto viene valutato numericamente (dai like ricevuti sui social media alle 5 stelle dei locali ecc) lo stress insito nel dover raggiungere l’eccellenza e il riconoscimento positivo può portare a gravi patologie;
siamo dopotutto nell’epoca in cui l’unione mente corpo è da tempo assodata, ragion per cui è chiaro tutto ciò che vive la mente si rifletta sul corpo e viceversa.
Come affrontare l’ansia

È bene che si ponga sempre all’attenzione sulla singola prestazione, il cui risultato dipenderà dall’impegno profuso.
La distinzione è importante: se ci identifichiamo completamente in un voto negativo avremo di conseguenza un calo dell’autostima, a cui seguiranno insicurezze, ansie e paure.
Al contrario è importante sottolineare che il risultato negativo di un’interrogazione o un esame è solo la conseguenza della poca dedizione e del poco impegno adoperato:
non è quindi uno specchio della nostra intera vita ma dello scarso contributo riposto in quella prova.
La maggior parte degli studenti non riesce a fare questa distinzione e applica l’equazione: ”ho ottenuto un voto basso quindi valgo poco”.
Sbagliato!
È pacifico che ognuno abbia attitudini e tendenze specifiche ma una giusta dose di impegno porta a risultati accettabili nella stragrande maggioranza dei casi!
A chi parlarne?

Può essere decisamente importante parlare delle proprie ansie: nasconderle le fa diventare ingestibili.
Parlarne ai genitori è un’ottima scelta:
ciò contribuisce a creare un clima in famiglia più disteso, riducendo nei ragazzi la paura di deludere i propri cari e agendo sui genitori in modo da non mettere pressioni e aspettative assurde sui figli.
È importante inoltre che i genitori diano la giusta importanza alle preoccupazioni dei figli.
Ogni ragazzo ha problemi adeguati alla propria età che devono essere presi con serietà e non sminuiti.
Per quanto riguarda i professori invece è importante che si cerchi di creare un ambiente inclusivo fondato sulla valorizzazione e non sulla valutazione continua.
Valorizzare l’impegno, l’immaginazione, e la capacità di trovare strade e percorsi alternativi, senza ridurre gli studenti sempre a un singolo numero o voto.
Accettare se stessi
Non è sbagliato volersi migliorare ma spesso i continui modelli di perfezione che ci girano davanti non fanno altro che sottolineare i nostri apparenti difetti, procurando frustrazione e immobilità invece di spronarci.
Ciò accade perchè, se da un lato non si sottolinea mai il percorso e l’impegno profuso per arrivare ad essere ad esempio un artista famoso, ciò che passa è solo l’immagine e il look da star.
Lo scarso discernimento dei ragazzi gli da pochissimi strumenti per affrontare la società dell’apparenza.
Può essere fondamentale insegnare ai ragazzi tecniche per gestire l’ansia: ascoltare musica rilassante, praticare meditazione e soprattutto non riporre su di loro aspettative impossibili, ma insegnargli ad accettarsi con i propri difetti, complimentandosi anzi per i piccoli risultati e le piccole vittorie raggiunte.
L’accettazione di sé porta a un immediato benessere, in quanto permette di non viaggiare con la mente verso ideali utopici di perfezione a cui troppo i ragazzi di oggi sono sottoposti, ma a piacersi e apprezzarsi nel loro stato attuale.
A ciò segue l’acquisizione della fiducia in se stessi, la vera arma che può finalmente muovere i ragazzi da uno stato di torpore verso uno stato di benessere, per un arricchimento immediato della loro vita presente e futura.
Articolo a cura di Davide Bianco.
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