Durante la rassegna Echi delle distanze, l’attivista e musicista Kan Chan Kin, ha avviato un workshop dove ha mostrato come sia possibile ricavare strumenti e fare musica con i rifiuti dell’isola
La rassegna echi delle distanze diventa l’occasione per raccogliere a Procida musicisti di fama nazionale e internazionale, nonché attivisti impegnati nella sensibilizzazione di temi quali inquinamento, cambiamento climatico e problematiche legate all’innalzamento delle maree e al conseguente sfollamento delle isole.
Kan Chan Kin, attivista delle isole Mauritius, ha avuto la capacità di coniugare concretamente musica e problematiche ambientali. In un laboratorio a cui hanno partecipato grandi e piccini, ha dimostrato come sia possibile creare strumenti musicali estremamente efficaci con i rifiuti dell’isola.
Punti di vista
Quest’opera d’ingegno solleva diverse questioni.
La bellezza di trasformare uno scarto in uno strumento attraverso cui fare musica ed esprimere se stessi. É chiaramente la rappresentazione di come, anche le cose a cui attribuiamo ben poca utilità e che destiniamo a essere cestinate, potrebbero avere un ché di incredibile, se solo le immaginassimo fuori dal loro abituale contesto.
L’arte povera, inoltre, è la testimonianza di come le cose che ci servono non si trovino sempre dietro una vetrina. Di come la creatività, il coraggio e la determinazione siano elementi più che sufficienti per raggiungere i propri obiettivi.
Trash to music
Il progetto dal titolo “trash to music” – dalla spazzatura alla musica – ha avuto luogo nel suggestivo Casale Cascello.
Insieme a Kan, hanno collaborato al progetto, guidando gli ospiti nell’esperienza, la musicista e ballerina delle isole Mauritius Emlyn e la taiwanese Putad. Sotto gli occhi di Selina Leem, classe 1997, già ambasciatrice delle Isole Marshall nel film prodotto da Leonardo DiCaprio «Before the flood».
Successivamente, Emlyn e Putad hanno dimostrato la totale efficacia e funzionalità degli strumenti realizzati dalla spazzatura, tenendo un concerto all’alba sulla Spiaggia della Lingua. In questo contesto, ai classici strumenti, hanno affiancato quelli realizzati nel workshop.
Ottimo articolo. Complimenti al giornalista Davide