Il PNRR e le ricadute sul sistema Scuola

Articolo della DSGA Silvia Sartini.

Commento introduttivo della DSGA Paola Perlini

Introduzione

Questo primo articolo della Dott.ssa Silvia Sartini ci porta nel mondo avvincente e determinante per la scuola del PNRR. Spiegando con precisione nascita e natura del piano. Per poi addentrarsi sui possibili effetti che potrà determinare sulla gestione dell’Amministrazione Scolastica.

L’Azione del PNRR Istruzione si intitola “FUTURA, LA SCUOLA PER L’ITALIA DI DOMANI” e finanzierà la realizzazione di una scuola innovativa, sostenibile, sicura e inclusiva.

Sostenere l’azione degli Enti locali e delle scuole, rendendo più rapido il processo di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) “Istruzione” è l’obiettivo dei cinque Protocolli d’intesa che il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha firmato il 15 febbraio u.s..

Trasparenza, corretta attuazione, velocità e sostenibilità.

Queste le linee guida delle Intese siglate con la Presidenza del Consiglio dei Ministri-Ministro per il Sud e la Coesione territoriale, con l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), con il Gestore Servizi Energetici (GSE) e con Sport e Salute S.p.A.

Tra gli accordi sottoscritti , il Ministero ha inoltre aderito al Protocollo già stipulato tra la Guardia di Finanza e il Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Importante attivare fin da subito il sostegno agli Enti locali, soggetti attuatori delle misure che riguardano la scuola.

Con gli accordi si lavorerà insieme alle altre istituzioni e agenzie per essere vicini agli Enti locali e alle scuole. Ciò per svolgere un’azione di supporto nella partecipazione ai bandi. Accelerando la realizzazione del Piano dopo il via libera dello scorso novembre ai primi bandi che mettono subito a disposizione 17,59 miliardi di euro.

L’Accordo con l’Agenzia per la Coesione territoriale mira a estendere il progetto di Task Force “Edilizia Scolastica” anche alle scuole e fino al 2026, con l’obiettivo di supportare le istituzioni scolastiche e gli Enti locali nell’esecuzione e nella realizzazione degli interventi. 

Il Protocollo con l’ANAC è pensato per fornire supporto agli Enti locali e per indirizzarli attraverso la predisposizione di bandi e documenti “tipo” per la corretta attuazione e applicazione della normativa in materia di contratti pubblici, trasparenza e anticorruzione.

Il Protocollo tra la Guardia di Finanza e il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha come obiettivo  garantire un adeguato presidio di legalità a tutela delle risorse messe a disposizione dal PNRR.

La Guardia di Finanza potrà partecipare con propri rappresentanti alla cosiddetta “Rete dei referenti antifrode”. Istituita presso la Ragioneria Generale dello Stato e costituita da referenti della stessa Ragioneria e delle Amministrazioni centrali. Tra le quali anche il Ministero dell’Istruzione.  

L’Intesa con il Gestore dei Servizi Energetici – GSE S.p.A. punta a costruire una collaborazione salda per accompagnare gli Enti locali nella progettazione e nella realizzazione degli interventi di edilizia scolastica secondo i principi della massima efficienza energetica e della sostenibilità, soprattutto per quanto riguarda la costruzione di nuove scuole.

Infine, per favorire la realizzazione di nuove palestre o impianti sportivi e la messa in sicurezza di strutture sportive già esistenti – misura alla quale sono destinati 300 milioni di euro – Sport e Salute S.p.A. si impegna a supportare il Ministero dell’Istruzione nelle fasi attuative del Piano.

I nostri articoli accompagneranno le evoluzioni del PIANO PNRR Istruzione e daranno costanti informazioni sui prossimi Bandi emanati e le misure in attuazione.

di Paola Perlini

PNRR: l’iniziativa

Il tema del PNRR è oggi il tema centrale della stampa quotidiana italiana e internazionale. La sua realizzazione avrà notevoli ricadute anche sulle Pubbliche Amministrazioni e quindi sul sistema Scuola.

È però doveroso ricordare ed analizzare, prima di affrontare i possibili effetti sulla gestione dell’amministrazione scolastica, la nascita e la natura di questo Piano. 

A seguito della grave crisi pandemica da Covid-19, iniziata a fine 2019 e tutt’oggi ancora presente a livello mondiale, che ha comportato una conseguente crisi economica, i Paesi membri dell’Unione Europea hanno raggiunto, sulla base di una proposta formulata dal Consiglio europeo in data 21 luglio 2020, un accordo per il finanziamento di un piano di ripresa.

Tale accordo, raggiunto in data 18 dicembre 2020, ha visto l’approvazione del programma denominato Next generation UE (NGEU)1. Esso vede lo stanziamento di 806,9 miliardi di Euro (incorporato nel bilancio settennale della Unione Europea 2021-2027 pari a circa 1.800 miliardi di euro) rappresentare lo strumento temporaneo per supportare gli Stati membri nel rilancio dell’economia e della socialità nella UE. In risposta ai danni economici e sociali provocati dalla pandemia da coronavirus.

La denominazione assegnata al programma evoca un piano proiettato verso le nuove generazioni dell’Unione Europea con l’obiettivo di un’Europa più ecologica, digitale e resiliente.

I pilastri del PNRR

L’iniziativa è basata su tre pilastri:

  • fornire sostegno agli Stati membri per investimenti e riforme;
  • rilanciare l’economia della Unione europea incentivando l’investimento privato;
  • trarre insegnamento dalla crisi.

La somma necessaria per il finanziamento del programma scaturirà da una raccolta sui mercati assunta dalla Commissione europea a nome dell’Unione Europea nel periodo 2021-2026. Attraverso l’emissione di debito comune garantito in solido da tutti i paesi della UE.

Il 15 giugno 2021 nella prima transazione, denominata NextGenerationEU e messa in campo dalla Commissione Europea, si è proceduto alla raccolta di 20 miliardi di euro. Attraverso l’emissione di obbligazioni decennali in scadenza il 4 luglio 2031.

I fondi così raccolti e destinati al programma Next generation UE saranno investiti in molteplici programmi e distribuiti ai vari Paesi membri. Attraverso gli strumenti delle sovvenzioni e dei prestiti.

Il programma

Il programma cardine, che vede assegnate quasi il 90% delle risorse, è denominato Recovery and Resiliency Facility (Dispositivo europeo per la ripresa e la resilienza).

Esso individua il proprio obiettivo nella stimolazione sia degli investimenti (finalizzati alla ripresa) che delle riforme (finalizzate all’aumento della resilienza, da parte delle singole economie europee, ai cambiamenti che inevitabilmente scaturiscono dalla crisi pandemica). Vede attribuiti ben 723,8 miliardi di euro (di cui 338 miliardi sono rappresentati da sovvenzioni e 385,8 miliardi da prestiti).

La componente delle sovvenzioni verrà ripartita tra gli Stati membri in relazione a molteplici criteri di assegnazione. Quali la popolazione, il PIL pro-capite, i livelli di occupazione, l’impatto della crisi da Covid-19, la perdita di PIL reale nel periodo 2020-2021.

Ulteriori programmi sono: 

  • React EU (50,6 miliardi). Le cui risorse saranno ripartite tra il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il Fondo sociale europeo (FSE) e il Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD); 
  • Orizzonte Europa (5,4 miliardi); 
  • Fondo InvestEU (6,1 miliardi); 
  • Sviluppo rurale (8,1 miliardi); 
  • Fondo per la transizione giusta (10,9 miliardi); 
  • RescEu (2 miliardi)2.

Entro il 30 aprile 2021 gli Stati membri hanno dovuto inviare alla Commissione UE il proprio Recovery and Resiliency Plans (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza da cui l’acronimo PNRR). Esso contiene il dettaglio delle azioni programmate con il finanziamento assegnato.

Le flagship areas

I singoli piani dovranno prevedere progetti di spesa e di investimento in riferimento ad alcune flagship areas (aree di punta).

  • energie pulite e rinnovabili; 
  • efficienza energetica degli edifici; 
  • trasporti sostenibili;
  • dispiegamento di banda larga;
  • digitalizzazione della PA;
  • sviluppo del cloud e dei processori sostenibili;
  • istruzione e formazione per le cosiddette skills digitali.

Individuando un tetto minimo di spesa per le questioni climatiche (almeno il 37%) e per la transizione digitale (almeno il 20%) ed esplicitando con precisione per ogni progetto e per ogni riforma i relativi cronoprogrammi delle spese e gli obiettivi di percorso (target). 

Commissione UE e tempi di valutazione

La Commissione UE  aveva due mesi di tempo per le valutazioni dei singoli piani e il Consiglio UE (Ecofin3) un ulteriore mese per approvarli. A seguito della valutazione gli Stati potevano ottenere un anticipo del 13%. Il resto del finanziamento verrà erogato a rate previa positiva valutazione da parte della Commissione circa il rispetto della tabella di marcia su riforme e investimenti.

In caso di una valutazione negativa il versamento sarà sospeso. Lo Stato ha la possibilità di mettersi in regola entro i 6 mesi successivi, decorso inutilmente tale periodo la quota di aiuti sarà ridotta. Gli Stati provvederanno quindi ad anticipare i soldi che verranno poi rimborsati dall’UE. Il termine massimo per l’utilizzo dei fondi è fissato al 31 dicembre 2026.

I progetti finanziati avranno anche l’effetto di aumentare il clima di fiducia relativo al singolo paese. Si produce così l’effetto di attrarre nuovi investitori, creare nuovi posti di lavoro e dar così ripresa al mercato che per effetto della crisi pandemica ha subìto una situazione di stallo.

Italia e PNRR

L’Italia è la prima beneficiaria di tale programma – in quanto il più grande tra gli Stati colpiti dalla crisi – con una quota assegnata pari a 191,5 miliardi. A questi il Governo italiano ha aggiunto ulteriori 30,6 miliardi di euro a titolo di “Fondo complementare nazionale”4 (non rientrante quest’ultimo quindi nel recovery plan).

Nel mese di aprile 2021 il governo Draghi ha presentato al Governo il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Per la conseguente valutazione della Commissione UE secondo undici criteri (articolati nei quattro pilastri della pertinenza, efficienza, efficacia, coerenza). Nonché per la successiva approvazione del Consiglio UE5.

Il PNRR italiano dal titolo “Italia domani”, approvato dal Consiglio UE in data 13 luglio 2021, indica per ciascun investimento,  finalizzato a riparare i danni economici e sociali causati dalla pandemia attraverso l’aumento della capacità di innovazione e competitività del nostro Paese, gli obiettivi e i traguardi, le riforme e gli investimenti, previsti e cadenzati temporalmente al fine di riparare i danni economici e sociali causati dalla pandemia attraverso l’aumento della capacità di innovazione e competitività del nostro Paese.

L’Italia, caso unico tra i grandi paesi UE, ha deciso di utilizzare tutte le sovvenzioni e tutti i prestiti messi a disposizione. Il governo Draghi ha individuato come prioritari gli investimenti in tema di transizione ambientale e su istruzione e ricerca.

Nel mese di agosto 2021 è avvenuta l’erogazione della prima tranche di fondi (prefinanziamento). Esso ammontava a 24,9 miliardi di euro (pari al 13% del finanziamento europeo stabilito in 191 miliardi di euro). Composti in parte da aiuti a fondo perduto ed in parte da prestiti.

Le successive tranche saranno erogate solo a seguito della puntuale completamento dei target fissati pertanto diviene fondamentale spendere e spendere in maniera efficiente ed onesta.

Il MEF con D.M. del 6 agosto successivamente modificato con D.M. 23 novembre 2021 assegna alle singole Amministrazioni centrali le relative risorse finanziarie utili alla realizzazione del PNRR. Oltre all’indicazione degli obiettivi relativi alle scadenze semestrali di rendicontazione.6
In data 23 dicembre 2021 è stata presentata dal governo italiano al Parlamento la prima Relazione sullo stato di attuazione del PNRR.

In data 28 dicembre 2021 sono stati sottoscritti tra il Commissario europeo per l’economia e il Ministro dell’Economia e finanze italiano gli Accordi operativi tra la Commissione e l’Italia per la fissazione dei meccanismi di verifica periodica in merito al raggiungimento dei traguardi e obiettivi. Condizione necessaria per l’erogazione, a mezzo di rate semestrali, dei rimborsi delle risorse previste per l’Italia.

Il 30 dicembre 2021 il governo italiano ha inviato alla Commissione EU la richiesta relativa all’erogazione della prima rata dei fondi del PNRR in seguito alla realizzazione dei 51 obiettivi previsti per l’anno 2021 (per l’anno 2022 sono previsti n° 102 obiettivi).

Le missioni del Piano italiano

Il Piano italiano è articolato in sei missioni, ciascuna suddivisa in 16 componenti, che identificano differenti aree tematiche di intervento:

  1. Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo (49,2 miliardi). Sono previsti interventi finalizzati alla trasformazione digitale del paese (es. estensione della banda larga), digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, rilancio del turismo basato su un approccio digitale e sostenibile.
  2. Rivoluzione verde e transizione ecologica (68,6 miliardi): sono previsti per la gestione dei rifiuti, l’energia rinnovabile, l’efficienza energetica degli edifici, la riduzione del dissesto idrogeologico.
  3. Infrastrutture per una mobilità sostenibile (31,4 miliardi): sono previsti investimenti per l’alta velocità e la modernizzazione delle linee ferroviarie regionali, porti verdi.
  4. Istruzione e Ricerca (31,9 miliardi). Sono previsti interventi per il rafforzamento delle competenze digitali e delle STEM. La ricerca e il trasferimento tecnologico, il potenziamento della scuola 4.0, per la formazione dei docenti, per la riforma dell’orientamento, dei corsi di laurea e del dottorato di ricerca.
  5. Inclusione e Coesione (22,4 miliardi). Sono previsti investimenti per superare il cosiddetto gender gap che coinvolge soprattutto donne e giovani. Ad esempio per migliorare l’accesso al mondo lavorativo, per superare le difficoltà che incontrano coloro che si trovano in situazione di disabilità o di fragilità.
  6. Salute (18,5 miliardi). Sono previsti per potenziare le strutture sul territorio, la telemedicina e l’assistenza domiciliare e da remoto. Creando così un sistema sanitario cosiddetto di prossimità.
Le risorse stanziate sono finalizzate all’ammodernamento della Pubblica Amministrazione, al rafforzamento del sistema produttivo, al contrasto alla povertà, all’esclusione sociale e alle disuguaglianze.

Una parte consistente dei fondi (40%) sono destinate al Sud con l’obiettivo del raggiungimento del riequilibrio territoriale.

Le riforme previste

Tra le riforme previste rilevano quelle riferite al sistema:

– della Pubblica Amministrazione. Che punta a realizzare una “buona amministrazione” attraverso meccanismi di semplificazioni, valorizzazione delle competenze, individuazione di nuovi sistemi di accesso.

– della Giustizia. Che mira a risolvere, attraverso la modifica di norme e procedure nonché attraverso l’utilizzo delle competenze digitali, il tema della durata dei processi e dell’arretrato giudiziario.

– del Fisco. Tesa a operare una riduzione della tassazione sul fattore produttivo lavoro. Anche operando una razionalizzazione delle agevolazioni fiscali. Ciò attraverso la lotta all’evasione fiscale (da attuarsi anche attraverso l’aumento dei pagamenti elettronici), operando la riforma del catasto.

Indispensabile sarà ridurre il peso che grava sulla spesa pubblica da parte delle pensioni di vecchiaia, liberando così spesa pubblica utile a favorire la crescita.

Trasversale rispetto alle materie del Piano è la semplificazione normativa (rientrante nella missione n.1). Essa è necessaria per risolvere il problema del numero eccessivo di leggi e della loro scarsa chiarezza che ostacolano di fatto la vita dei cittadini e frenano le iniziative economiche.

Interventi previsti in tema di Pubblica Amministrazione

Obiettivo è il miglioramento della qualità della regolazione normativa. Ciò attraverso una migliore organizzazione e digitalizzazione della Pubblica Amministrazione. Nonché attraverso un riordino di processi e procedure (ad es. in tema di appalti pubblici).

Ulteriore asse di intervento della Missione n.1 è la semplificazione amministrativa tesi a realizzazione una modernizzazione della Pubblica Amministrazione. Attraverso l’eliminazione di vincoli burocratici e snellimento di procedure e processi. L’Amministrazione titolare per la realizzazione di tali obiettivi è la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ministro per la Pubblica Amministrazione.

Misure per la semplificazione sono ad esempio quelle già adottate con D.L. 16 luglio 2020, n. 76 (decreto Semplificazioni) e con D.L. 31 maggio 2021, n. 77 (decreto Semplificazioni bis) che mirano a snellire le procedure in settori prioritari per la realizzazione del PNRR (es. ambiente, energie rinnovabili). 

Dal punto di vista quantitativo l’approvazione del PNRR rappresenta un evento senza precedenti. 

Gli strumenti previsti non sono finalizzati solo ad assicurare interventi di tipo riparatore dei danni prodotti dalla situazione economica attuale in cui versa l’area Europa, ma hanno l’ambizioso obiettivo di delineare una nuova normalità da realizzarsi. Ciò attraverso la risoluzione di quelle che sono le debolezze italiane e che presuppongono, a tal fine, l’attuazione di riforme di differente tipologia (settoriali, strumentali, abilitanti). 

In questo ambizioso programma la “riforma della Pubblica Amministrazione” fa da perno centrale per garantire la corretta realizzazione anche degli altri interventi.

Da qui la previsione di un robusto cambiamento per la Pubblica Amministrazione italiana. Essa dovrà essere considerata come una risorsa da valorizzare e che potrà vedere realizzazione solo attraverso la realizzazione di riforme che dovranno operare in profondità sul sistema amministrativo. 

Al fine della redazione del Piano il Governo ha chiesto alle Amministrazioni di provvedere a formulare proposte di progetti da realizzare (alcuni di questi già in programma ma mai finanziati) che sono stati poi sintetizzati dal Dipartimento politiche europee e dal Ministero dell’Economia secondo delle Linee guida dettate per la formulazione del piano.

È indubbio che non potesse rientrare nel Piano l’assunzione di personale a tempo indeterminato poiché tale tipologia di spesa necessita di una programmazione nel tempo che non rientra invece negli scopi del programma. È invece possibile far rientrare quegli interventi già avviati nell’anno 2020.

In merito all’attuazione del PNRR non vengono creati nuovi modelli organizzativi ma si indica la necessità che siano le stesse Amministrazioni ed Enti territoriali a rafforzare le rispettive strutture già esistenti in modo che siano in grado di gestire e amministrazione le nuove risorse in arrivo.

Solo attraverso un’Amministrazione efficace potrà vedersi realizzato il piano. Il punto centrale è allora quello che occorre un rafforzamento delle competenze che può ottenersi solo attraverso il rafforzamento delle risorse umane.

Il Piano indica la necessità di utilizzare nuove modalità di reclutamento rapide, moderne e innovative in modo tale che possa essere garantito un accesso al lavoro nelle Pubbliche Amministrazioni più veloce.

Obiettivi da perseguire nel settore dell’Istruzione 

Per quanto riguarda il personale dipendente dal Ministero dell’Istruzione la situazione è sicuramente acuita dalla strutturata vacanza di posti in organico.

Organico che oltre a fluttuare in considerazione del numero di alunni iscritti nelle scuole, sconta anche un abnorme ricorso negli ultimi decenni a contratti a tempo determinato anche su posti vacanti.

Ulteriore criticità per il Ministero dell’Istruzione risiede sicuramente nella scarsa attrattività dovuta agli stipendi del personale docente e A.T.A. (amministrativo, tecnico, ausiliario) che si situano molto al di sotto degli stipendi dei colleghi europei.

In data 15 settembre 2020 il Governo italiano ha provveduto ad emanare le Linee guida per la definizione del Piano Nazionale di ripresa e resilienza che sono state poste a base in sede di elaborazione del PNRR e che hanno visto al loro interno anche una parte dedicata agli obiettivi da perseguire nel settore dell’Istruzione.

Tra gli altri si rilevano quelli concernenti la necessità di innalzare i risultati educativi (ad esempio attraverso il miglioramento nell’acquisizione delle competenze, la diminuzione degli abbandoni scolastici e la presenza di NEET7, l’aumento del numero di studenti che consegue un diploma), l’innalzamento della qualità degli ambienti di apprendimento (ad esempio attraverso la riqualificazione energetica e antisismica, il cablaggio con fibra ottica, l’incremento della digitalizzazione e delle modalità di apprendimento in e-learning), la necessità di sostenere l’educazione degli adulti e di riqualificare la formazione e la selezione del personale scolastico, la creazione di reti di cooperazione europea, il miglioramento dell’identità e della cittadinanza europea.

L’obiettivo finale del PNRR per quanto riguarda il settore dell’istruzione è quello di contribuire a costruire, entro il 2025, lo “Spazio europeo dell’Educazione” (EEA)8

La prima cabina di regia convocata dal Presidente del Consiglio dei Ministri Prof. Mario Draghi per il giorno 7 ottobre 2021, ha avuto ad oggetto proprio alcune tematiche afferenti le riforme e gli investimenti programmati per la scuola: piano per gli asili nido (soprattutto nelle regioni del Sud), la scuola 4.0 con le classi connesse e le palestre anche negli istituti in periferia. 

È evidente come l’aver posto l’istruzione oggetto del primo Consiglio di presidenza sottolinea come il rilancio dell’istruzione sia fondamentale per sostenere la ripartenza e il futuro del Paese.

In data 30 novembre 2021 il Ministro Bianchi ha presentato in conferenza stampa i dati delle risorse disponibili ammontanti a 17,59 miliardi di euro9, i primi 4 avvisi per l’edilizia scolastica per un finanziamento ammontante a 5,2 miliardi di euro10 e i servizi disponibili per la realizzazione del PNRR Istruzione intitolato “Futura, la scuola per l’Italia di domani”.

Il piano è complessivamente destinato a finanziare la realizzazione di una scuola innovativa, sostenibile, sicura e inclusiva:

–  n°6 riforme per le quali sono previsti 30 miliardi di euro per la realizzazione di riforme per la scuola futura (riforma degli istituti tecnici professionali, riforma del sistema ITS, riforma dell’orientamento, reclutamento del personale docente, scuola di alta formazione e formazione continua, riorganizzazione del sistema scolastico);

–  n°11 linee di investimento per le quali sono previsti 12,1 miliardi di euro per la realizzazione di n°6 linee di investimento per le infrastrutture (costruzione di nuove scuole, asili nido e scuole dell’infanzia, mense, infrastrutture per lo sport a scuola, messa in sicurezza degli edifici, scuole 4.0) e 5,46 miliardi di euro per la realizzazione di n°5 linee di investimento per le competenze (riduzione dei divari territoriali, sviluppo e riforma degli ITS, didattica digitale integrata e formazione sulla transizione digitale del personale scolastico, nuove competenze e linguaggi, estensione del tempo pieno).

Entro il primo semestre dell’anno 2022 è prevista la realizzazione di n° 45 interventi (15 riforme e 30 investimenti). Tra i quali sono specificatamente previsti per il settore scuola il conseguimento dei seguenti traguardi (milestone11).

–  la riforma del reclutamento dei docenti;

– l’accelerazione della transizione digitale. Attraverso quattro iniziative consistenti nella trasformazione di circa 100.000 classi tradizionali in connected learning environments. Con l’introduzione di dispositivi didattici connessi, nella creazione di laboratori per le professioni digitali nel II ciclo, nel cablaggio interno di circa 40.000 edifici scolastici. Nonché nella digitalizzazione delle amministrazioni scolastiche.

Attualmente è in procinto di partire la realizzazione del cronoprogramma dei nuovi interventi per il settore scuola previsto con la seguente ripartizione temporale: 

– entro il mese di marzo 2022: avviso del piano anti dispersione scolastica con specifiche task force nelle scuole di primo e secondo grado; 

– entro il mese di giugno 2022: potenziamento dell’apprendimento delle discipline STEM; formazione digitale del personale scolastico; avviso per l’assegnazione delle risorse per il Piano Scuola 4.0.

Novità è rappresentata dal portale per la Didattica Digitale Integrata (DDI). Con sezioni specifiche dedicate ai contenuti per l’educazione digitale diretti a docenti e studenti, e alla formazione del personale scolastico.

In relazione alla possibilità per le istituzioni scolastiche di ottenere i finanziamenti messi a disposizione del PNRR sicuramente l’opportunità porta con sé un aumento dei carichi lavorativi amministrativi e contabili che coinvolgono docenti e personale ATA.

I decreti di semplificazione emanati dal governo coinvolgono tutte le pubbliche amministrazioni. Comprese le istituzioni scolastiche, che vedono quindi aumentati i margini di ricorso alle procedure semplificate (affidamento diretto) per i contratti pubblici. Con la finalità di assicurare l’accelerazione delle procedure attraverso il tempestivo affidamento e la sollecita esecuzione.

Si resta ancora però in attesa di un’altra misura di concreta semplificazione da tempo ipotizzata: la Banca Dati Nazionale degli Operatori Economici che nel disegno di legge del nuovo Codice dei contratti pubblici avrebbe sollevato la stazioni appaltanti dal pesante e farraginoso adempimento della verifica dei requisiti obbligatorio per le procedure di aggiudicazione e scelta del contraente.

Ulteriori ipotesi è quella dell’esternalizzazione delle attività di verifica dei requisiti, generali e speciali, degli operatori economici attraverso l’affidamento ad una Agenzia nazionale oltre all’implementazione del cosiddetto “rating di impresa”.

A livello centrale il Ministero dell’Istruzione ha provveduto ad una riorganizzazione dei propri uffici con il passaggio, ai sensi del D.M. 30 novembre 2021, n. 341, dell’Ufficio IV – Programmazione e gestione dei fondi strutturali europei e nazionali per lo sviluppo e la coesione sociale nel settore dell’istruzione – PON “Per la Scuola – ambienti e competenze per l’apprendimento 2014-2020” nell’ambito dell’Unità di missione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), al fine di garantire un maggiore coordinamento e una migliore sinergia delle diverse azioni. 

La prima erogazione di fondi all’Italia avvia una ripresa duratura del Paese. Resteremo al vostro fianco fino all’arrivo di giorni più luminosi. Il vostro piano di rilancio, Italia Domani, mostra il livello di ambizione necessario per fare del Paese un motore di crescita per l’intera Europa. Perché un’Europa forte ha bisogno di un’Italia forte”. 

Ursula Von der Leyen – Presidente della Commissione Europea

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1 In Italia noto con le denominazioni Recovery Fund o Recovery Plan.

2 Dati tratti dal portale della Commissione Europea, 25 febbraio 2022: https://ec.europa.eu/info/strategy/recovery-plan-europe_it.

3 Consiglio “Economia e finanza” (noto come Consiglio ECOFIN) è composto dai ministri dell’economia e delle finanze di tutti gli Stati membri, con la partecipazione alle sessioni anche dei relativi commissari europei, ed è responsabile della politica dell’Unione Europei in tre settori: politica economica, questioni relative alla fiscalità, regolamentazione dei servizi finanziari.

Prepara il bilancio annuale dell’Unione Europea, coordina le politiche economiche e svolge un monitoraggio sulle politiche di bilancio degli Stati membri, ha competenze in tema di moneta unica (euro) e per gli aspetti finanziari delle misure per affrontare i cambiamenti climatici.

4 D.L. 6 maggio 2021, n. 59 convertito dalla Legge n. 101 del 1° luglio 2021 Misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Gli obiettivi iniziali, intermedi e finali dei programmi e degli interventi sono contenuti nell’allegato 1 del D.M. MEF del 15 luglio 2021.

5 La prima proposta era stata trasmessa dal Governo Conte II al Parlamento il 15 gennaio 2021 e successivamente il governo Draghi ha trasmesso al Parlamento un nuovo testo presentato in Consiglio dei Ministri nella seduta del 24 aprile 2021.

Il testo approvato è stato trasmesso dal Governo italiano alla Commissione europea in data 30 aprile 2021.

In data 22 giugno 2021 la Commissione europea ha pubblicato la proposta di decisione di esecuzione del Consiglio, accompagnata da una dettagliata analisi del PNRR italiano, fornendo una valutazione positiva.

La responsabilità di indirizzo del Piano è assegnata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’esercizio dei poteri di indirizzo, impulso e coordinamento per l’attuazione del piano è affidata ad una Cabina di regia appositamente costituita ed integrata in relazione alle specifiche tematiche affrontate in ciascuna seduta.

Presso la Ragioneria generale dello Stato è istituito il Servizio centrale per il PNRR con compiti di monitoraggio e rendicontazione, oltre a un Ufficio dirigenziale con funzioni di audit che opera in posizione di indipendenza.

La Corte dei conti esercita il controllo sulla gestione attraverso valutazioni di efficienza, efficacia ed economicità circa l’impiego dei fondi. La realizzazione operativa degli interventi, dall’attività di gestione al monitoraggio, rendicontazione e controlli, contenuti nel Piano è affidata ai soggetti attuatori quali Amministrazioni centrali, Regione, Province e Enti locali.

6 Con la legge di bilancio 2021 l’Italia ha istituito il Fondo di anticipazione per l’attuazione del Next Generation EU-Italia (fondo di rotazione) finalizzato all’erogazione dei finanziamenti a titolo di anticipazione rispetto ai trasferimenti attesi dai fondi NGEU. 

7 Giovani che non lavorano e non studiano.

8 In data 16 marzo 2021 il Parlamento Europeo ha presentato lo studio “Rendere lo Spazio europeo dell’istruzione una realtà: stato dell’arte, sfide e prospettive” che prende in esame l’attuazione della Comunicazione sullo spazio europeo dell’istruzione da parte delle istituzioni dell’UE, degli Stati membri e dei vari stakeholder, evidenziando gli ostacoli per la piena realizzazione dello Spazio europeo dell’istruzione ed indicando le strategie e priorità necessarie alla sua implementazione entro il 2025.

Si articola in sei dimensioni: qualità, inclusione e parità di genere, transizioni verde e digitale, insegnanti, istruzione superiore e un’Europa più forte nel mondo e le risorse per la sua realizzazione risiedono nel piano europeo di ripresa (NextGenerationEU) e nel programma Erasmus+.

Fattore chiave per la realizzazione dello Spazio europeo dell’istruzione è il Piano d’azione per l’istruzione digitale (2021-2027) che propone la realizzazione di due obiettivi prioritari: la promozione dello sviluppo di un ecosistema altamente efficiente di istruzione digitale e il miglioramento delle competenze e delle abilità digitali per la trasformazione digitale.
https://ec.europa.eu/education/sites/default/files/document-library-docs/eea-communication-sept2020_en.pdf 
https://ec.europa.eu/education/education-in-the-eu/digital-education-action-plan_it

9  https://pnrr.istruzione.it/

10 Avvisi destinati a Comuni ed Enti locali proprietari di edifici scolastici e responsabili per i servizi di refezione scolastica: Piano per gli asili nido e le scuole dell’infanzia, Piano di costruzione di 195 nuove scuole in sostituzione di vecchi edifici, potenziamento del tempo pieno attraverso l’incremento delle mense scolastiche, aumento dell’offerta di attività sportive attraverso la costruzione o la riqualificazione delle palestre, Piano di messa in sicurezza e riqualificazione delle scuole.

11 Consistenti in adozione di norme, conclusione di accordi, aggiudicazione di appalti, avvio di sistemi informativi, ecc.