A Napoli e nei Comuni del suo hinterland, il tema della dispersione scolastica è sempre stato molto delicato. Ed è diventato ancora più complesso in quest’epoca caratterizzata dal Covid-19 e, di conseguenza, da tanti giorni di lezione (di fatto la maggioranza) trascorsi in Didattica a distanza negli ultimi due anni scolastici.
Per combattere al meglio la dispersione scolastica è fondamentale una sinergia tra scuole di ogni ordine e grado, servizi sociali e Forze dell’Ordine.
Importanti, per esempio, i provvedimenti degli ultimissimi giorni a Nola e Sant’Antimo.
A Nola, i Carabinieri hanno denunciato i genitori di due alunni: i ragazzi avevano superato il limite massimo delle assenze fissato nella misura del 25%. Una situazione talmente complicata che, durante il primo lockdown, i genitori avevano anche ottenuto e poi restituito i tablet per la Dad.
A Sant’Antimo, invece, in collaborazione con il dirigente scolastico di una scuola media, i Carabinieri hanno accertato che sei ragazzi non si erano presentati in classe tra settembre e dicembre, nonostante risultassero regolarmente iscritti. Quindi, hanno convocato le madri e i padri e li hanno denunciati.
Tra loro, c’è chi non sapeva che il proprio figlio non andasse a scuola e chi ha ammesso la propria responsabilità, riferendo di aver paura che il bambino potesse contrarre il Covid-19.
Due alunne, già bocciate due volte, non frequentavano le lezioni perché si vergognavano di andare a scuola con ragazzini più piccoli senza dirlo a casa.
Tutti questi nuclei familiari sono stati segnalati agli assistenti sociali per intraprendere un percorso rieducativo e supportare le famiglie.