“Angela: le origini” è un’antologia disponibile su RaiPlay che ripercorre gli albori della carriera di Piero Angela, prima del successo di “Quark”
Piero Angela ci ha lasciati lo scorso 13 agosto, ma sempre vivo è il suo ricordo. Il suo ultimo arrivederci portò in dono qualcosa di speciale per il pubblico affezionato, un nuovo appuntamento per l’autunno (di cui abbiamo già trattato) dedicato alle scuole: “Prepararsi al futuro”.
Questa volta però è stata la Rai, l’azienda per cui ha sempre lavorato, a rendere omaggio al compianto giornalista e divulgatore scientifico: su RaiPlay è disponibile un’antologia, “Angela, le origini”, che ripercorre gli albori della carriera di Piero Angela, prima del successo di “Quark”.
Sulla piattaforma digitale, l’offerta è arricchita da documentari, interviste e programmi con le formule più diverse che Piero Angela ha inventato e realizzato.
Si parte dagli anni Cinquanta, coi suoi servizi come corrispondente da Parigi, passando per gli anni Sessanta con le conduzioni dei TG e dei primi programmi di stampo storico-scientifico. Per arrivare agli anni Settanta, di cui si segnala in particolare la performance al piano del conduttore in “Di jazz in jazz”.
Dalle Teche Rai, dunque, un omaggio ad uno dei grandi padri del giornalismo e della divulgazione scientifica in TV.
Dagli esordi a Quark: così ci ha insegnato a ricercare il perché delle cose
Piero Angela sognava di laurearsi in Ingegneria o diventare pianista, ma alla fine non fece nessuna delle due cose. Strano scherzo del destino il suo.
Tutto ebbe inizio nel 1952 quando partecipò a un concorso per entrare alla radio, e cominciò a lavorare in cronaca, a Torino. Nel 1955, poi, fu mandato a Parigi, per la televisione. Ma è nel 1968 che cominciò ad occuparsi di scienza, seguendo le missioni Apollo.
“Era la fine degli anni Sessanta, e io leggevo il Tg delle 13, insieme con Andrea Barbato – raccontò in una vecchia intervista rilasciata a Focus -. Facevamo i turni: quindici giorni in video, e quindici giorni in giro a preparare servizi. Così, per un puro gioco del calendario, mi sono toccate le missioni dell’Apollo, compresa la numero 11, che portò il primo uomo sulla Luna“.
Il suo debutto come divulgatore avvenne nel 1969 con “Il futuro nello spazio”, proprio sul tema delle missioni Apollo.
“Mi ci appassionai, ma non nel modo che la gente può credere. La parte tecnologica non era granché interessante: intellettualmente non mi stimolava. Certo, il razzo Saturno era una cosa straordinaria, ma era pur sempre una macchina, migliore delle precedenti come una Ferrari di oggi è meglio di una Ford modello T. Invece – specificò – mi affascinò la ricerca che c’era dietro. Gli studi di biologia e di esobiologia della Nasa, per capire come poteva essersi evoluta la vita altrove, o per arrivare alla disinfestazione dei razzi in modo da non esportare i nostri microbi”.
La definitiva consacrazione arriva, però, nel 1981, grazie a “Quark”, la trasmissione che aveva inventato e che è diventata il suo marchio di fabbrica. Uno fra i più prestigiosi programmi della nostra televisione, che hanno fruttato ad Angela e alla sua équipe riconoscimenti di pubblico e di critica davvero a non finire.
“Non ho mai lasciato passare treni, ci sono sempre saltato su. Se si accetta di uscire dal recinto accadono cose straordinarie. L’informazione? Deve saper emozionare”.
Articolo a cura di Umberto Grano