Nella Riforma Pensioni 2023, oltre alle già accennate misure che si aspettano, di rilevante importanza rientra quella che riguarda il rinnovo dell’Opzione Donna.
Tale strumento ha permesso già nello scorso anno di andare in pensione anticipata, per le donne lavoratrici sia del settore pubblico che privato.
Vediamo oggi in generale di che tipo di sistema parliamo.
Nello specifico, questo strumento ritrovato nella Legge di Bilancio 2022, è stato in primo luogo introdotto con la Legge Maroni 243/04. Riscritta nella Riforma Fornero 2011. Le donne che anche quest’anno potranno richiedere la pensione anticipata riceveranno un assegno calcolato in base al solo principio contributivo.
Requisito principale, costoro devono avere almeno 58 anni di età (59 se libere professioniste autonome) e 35 anni di contributi.
Chiariamo sin da subito che NON è possibile richiedere l’Opzione donna per chi ha intenzione di continuare a lavorare dopo la pensione, giacché l’attività non è compatibile con la suddetta misura. Ovviamente per le lavoratrici autonome il discorso è diverso come per la classica pensione di vecchiaia. Non è inoltre possibile farlo qualora la donna sia iscritta a una gestione separata per i propri contributi versati.
Possono invece aderire tutte le donne lavoratrici che godano di Assicurazione generale obbligatoria. Nonché iscritte a fondi sostitutivi o esclusivi, con contributi maturati a partire dal 31 dicembre 1995, fino ad arrivare ai 35 anni obbligatori per fare richiesta di pensionamento.
In questo articolo, abbiamo inoltre visto come è possibile sfruttare altri strumenti per poter arrivare più velocemente ai 35 anni richiesti (es. maternità obbligatoria, riscatto, o versamento volontario).
Sono tuttavia esclusi, come suddetto, tutti i contributi versati in gestione separata o figurativi per malattia e disoccupazione.
È però possibile ricongiungere i contributi versati in casse previdenziali differenti da AGO soltanto tramite ricongiunzione onerosa.
Tutti i dati riportati, ovviamente, si riferiscono alle ultime direttive sul sistema dello scorso anno.
Per la definizione dell’Opzione donna per il prossimo anno 2023, così come per tutte le specifiche tecniche per poterne fare richiesta specifica, attendiamo la riconferma nelle nuove Riforme che avremo da settembre.
Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando, ha infatti già accennato alla volontà di proroga, ma senza una base solida governativa e parlamentare, a seguito della crisi del Governo Draghi, è attualmente difficile dare una conferma totale e precisa.
Ad ogni modo, il rinnovo dell’Opzione Donna 2023 introdurrebbe lo slittamento della data entro cui devono essere maturati i 35 anni di contributi, fino al 31 dicembre 2022.
Articolo di Sara Barone