Oggi ci occupiamo di TFR, Tasso di sostituzione e di contributi versati all’INPS
Articolo di Sara Barone
Continua l’approfondimento riguardante il tema del sistema pensionistico italiano e con esso dunque la risposta alle domande più tecniche.
TFR
Acronimo di “Trattamento di fine rapporto” ed è disciplinato dall’art. 2120 del Codice civile.
Tecnicamente, esso è la somma che viene corrisposta al cittadino lavoratore che va in pensione. Il TFR viene maturato durante la carriera tramite trattenute in busta paga dal reddito di lavoro del soggetto.
Nel momento in cui il lavoratore va in pensione, la somma raggiunta viene poi erogata dal datore di lavoro oppure dal Fondo pensione (dipende dalle scelte fatte dal soggetto al momento di decidere a chi lasciare le quote).
Il pagamento viene fatto a rate, nel settore pubblico, oppure liquidato integralmente nel settore privato.
Tasso di sostituzione
È tecnicamente il rapporto tra l’ultimo stipendio lavorativo e la prima rata di pensione.
Viene calcolato dalla Ragioneria Generale dello Stato ed è lo strumento tramite il quale si determina il potere d’acquisto del neo pensionato. In parole povere, serve per capire se la quota pensionistica sarà adeguata allo stile di vita che il cittadino aveva prima.
In caso la pensione non fosse bastevole, dunque, si potrà prevedere una possibile iscrizione a un Fondo pensione ulteriore.
É bene tenere a mente questo piccolo frammento tecnico, in quanto spesso per ‘tasso di sostituzione’ si tende a errare in altre definizioni che non lo rispecchiano.
Previdenza pubblica e complementare: a chi vanno i contributi INPS?
Partendo da questi presupposti, dunque, chiariamo che esistono due tipi di previdenza nel sistema pensionistico italiano: quella pubblica, obbligatoria (gestita da Enti come INPS) e quella privata e volontaria (gestita da un Fondo pensione privato).
La differenza sta dunque nel fatto che la previdenza pubblica è finanziata dai contributi dei lavoratori* ed è valida per tutti, mentre la previdenza privata, o anche complementare, è quella che può essere fornita tramite iscrizione a un Fondo pensione privato, il quale investe i contributi dei lavoratori per maturare, al termine della loro carriera, una rendita che sia diversa dalla pensione di base.
**= i contributi pagati dai cittadini e versati all’INPS, secondo il sistema italiano, rispettano il criterio della ripartizione, per cui questi servono a pagare le pensioni degli attuali pensionati e non di quelli futuri.