Bambino iperattivo espulso da scuola

Bambino iperattivo espulso da scuola

É accaduto a Friburgo nella Svizzera tedesca. Non è la prima volta che la scuola non può farsi carico di situazioni difficili da gestire ed è costretta ad adottare soluzioni drastiche anche per preservare l’incolumità degli altri alunni.

Il bambino, però, è stato lasciato per lungo tempo senza alcun sostegno adeguato a causa delle interminabili liste di attesa, in strutture alternative.

“Da gennaio è rimasto a casa, ho tentato di insegnargli qualcosa, ma senza risultati”

racconta il padre

Allora cosa si fa in casi come questi?

Un comportamento irruento e aggressivo, la ridotta capacità di concentrazione, l’irrequietezza non sempre sono sinonimo di ipercinesia.

Intanto una rivista osserva:

“Medici, psicologi, funzionari scolastici e insegnanti hanno l’obbligo verso il bambino e verso i genitori di spiegare che la diagnosi di disordini e deficit dell’ attenzione, con o senza iperattività, non è un motivo per lasciar fare al bambino tutto quello che vuole, ma è una spiegazione che può servire a trovare un modo appropriato per aiutarlo”.

Phi Delta Kappon

Se non è stata fatta una diagnosi medica precisa, bisogna stare attenti a non confondere l’iperattività con una condotta anomala tipica di un ragazzo indisciplinato, o meglio non disciplinato correttamente.

Si tratta di ragazzi frustrati, irritabili, ostinati e turbolenti quando non riescono a ottenere quello che vogliono.

In questo caso la disciplina dev’essere impartita in modo coerente, fermo eppure amorevole.

Per contro, al bambino a cui è stata confermata l’iperattività, una sculacciata potrebbe non essere la soluzione e, anzi, può accrescere la sua collera perché, come dice un medico, “il loro comportamento è indipendente dalla loro volontà”.

Quindi la prima cosa da fare è stabilire se il bambino è iperattivo o se ha bisogno di essere disciplinato. Ogni caso andrà trattato di conseguenza ma una cosa è certa, sia il bambino che i genitori avranno bisogno di sostegno, mai lasciati soli.

E sempre e comunque ognuno dovrà fare la sua parte.

Articolo a cura di Flora Sannino.

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